Gambassi Terme
paese
Gambassi Terme è un comune italiano di 4 808 abitanti della città metropolitana di Firenze in Toscana. Proprietà nel corso nell’alto Medioevo di alcuni feudatari locali, il castello di Gambassi dal 1037 attraverso donazioni e acquisizioni che si conclusero nel 1115, appartenne ai vescovi di Volterra. Nel XII secolo al Gambassi vetus, situato altimetricamente più in basso, si affiancò un Gambassi novum, costruito in luogo più difendibile sul colle (dove oggi si trova il centro storico). In seguito gli abitanti di entrambe le località si unirono con una serie di patti stipulati nel 1150 e nel 1170. Dal XIII secolo a Gambassi (come anche nella vicina Montaione e in seguito in gran parte della Valdelsa) si sviluppò la lavorazione del vetro [2] [3]. In questo ambito deve essere ricordato Francesco Livi (esecutore di vetrate, vissuto negli ultimi anni del XIV secolo e nei primi decenni del XV secolo). Nel 1244 Federico II conferì l’investitura del castello a Gualtieri Upezzinghi: ciò tuttavia non impedì ai vescovi di Volterra di continuare a esercitarvi la propria signoria, ritenuta dagli abitanti di Gambassi così insostenibile da portarli a sottomettersi a San Gimignano nel 1268. Questo fatto provocò una vertenza tra le due rivali (San Gimignano e Volterra), sfociata in un conflitto nel 1275 e terminata nel 1280 grazie a un lodo arbitrale. Nel 1293, con la pace di Fucecchio, Gambassi venne staccato dal territorio sangimignanese per essere annesso al contado fiorentino costituendo una comunità, assieme a Catignano, Pulicciano e Montignoso. Nel 1432 venne occupato e saccheggiato dalle milizie viscontee. Nel 1435 fu unito alla podesteria di Barbialla; nel 1529 e nel 1530 subì gravi danni durante la guerra che dette origine al ducato di Firenze. Nel 1603 nacque a Gambassi lo scultore Giovanni Gonnelli. Con la riforma leopoldina del 1774 fu soppressa la podesteria e Gambassi fu annesso alla comunità di Montaione [4] Archiviato il 31 marzo 2022 in Internet Archive.. Dopo lunghe trattative politiche durate quasi vent'anni e un abbozzo di rivolta, nel 1917 la frazione di Gambassi si emancipa dal comune di Montaione insieme alle frazioni di Varna, Catignano e Il Castagno. Tra la fine del XIX e l'inizio del XX secolo il territorio di Montaione subì diverse variazioni nella sua superficie, prima con l'aggregazione delle frazioni di Castelnuovo e Coiano a Castelfiorentino nel 1876 e poi con la "indipendenza" della popolosa frazione di Gambassi (insieme a Varna, Catignano e Il Castagno) nel 1917. Il distacco di Gambassi è in realtà la conclusione di una questione che rimontava ad almeno vent'anni prima. Già nel 1897 il sindaco di Montaione, il Conte Andrea da Filicaja Dotti, eletto nelle elezioni del 1896 in una lista apartitica montaionese ma con moltissimi voti di Gambassi, faceva notare che la frazione di quest'ultima frazione era ingiustamente discriminata sia nel numero di seggi in consiglio comunale -assolutamente non proporzionale alla popolazione- sia nei servizi che nelle manutenzioni. Da una Memoria del Sindaco agli Elettori del 13 marzo 1897: «Gambassi ha bisogno del Telegrafo, difetta d'illuminazione, desidererebbe una Piazza di cui è mancante come anche una seconda Condotta Medica, ha i lastrici dell'abitato esaurienti e le fognature mal fatte e che mai servirono allo scopo e danneggiano i fondi delle case a contatto; la viabilità della frazione lascia oltre ogni dire a desiderare, i Camposanti sono tenuti deplorevolmente». Egli pone tutto il suo impegno nel tentare di dimostrare ai montaionesi che la discriminazione della popolosa frazione di Gambassi non era cosa corretta né intelligente ed ai gambassini che il distacco da Montaione sarebbe stato (come in effetti fu) un suicidio economico; la propaganda per il distacco di Gambassi poneva l'accento sul fatto che la frazione di Gambassi dava in tasse al comune più di quanto il comune spendesse direttamente per detta frazione. Dunque faceva pensare ai gambassini (che in quel periodo erano chiamati “gambassesi”) che in caso di distacco il comune di Gambassi sarebbe stato fortemente in attivo. In realtà le voci di bilancio per i servizi comuni a tutte le frazioni -impiegati comunali etc.- venivano addebitate solo al capoluogo e non alle frazioni e dunque al momento che Gambassi avesse dovuto -come dovette- organizzare uffici comunali e servizi generali, questo ipotetico avanzo di cassa si sarebbe tramutato -come si tramutò- solo in un disastroso deficit. Argomenti come quelli citati non sono adatti alla politica, così i due schieramenti preferirono parlare di “popoli che liberamente scelgono il proprio radioso avvenire” e di “Integrità territoriale come bene primario” piuttosto che di fatti concreti. Quegli argomenti reali, portati dal Sindaco da Filicaja Dotti prestarono il fianco dal lato montaionese alle accuse di interessi privati (l'azienda di proprietà del da Filicaja sarebbe ricaduta parte in Gambassi e parte in Montaione e se la Villa era in Montaione, la maggior parte dei terreni sarebbero stati in Gambassi) dal lato gambassino all'accusa di dare eccessivo valore all'economia sottomettendo ad essa la “libera determinazione dei popoli”. Così, Gambassi si eresse in Comune autonomo con tutti gli svantaggi per la popolazione residente nei due comuni che possiamo immaginare (diminuzione dei servizi, aumento delle imposte locali etc). Tutti i progetti di modernizzazione per il Comune di Montaione proposti al Parlamento Italiano dall'instancabile Sindaco, progetti che ponevano l'accento sulle dimensioni territoriali, e quindi l'importanza, del Comune naufragarono (tra questi la costruzione di un ospedale statale con servizio di primo soccorso ed altri). A Gambassi Terme sono nati due artisti: Francesco Livi (esecutore di vetrate, vissuto negli ultimi anni del XIV secolo e nei primi decenni del XV secolo) e Giovanni Gonnelli (scultore, vissuto nel XVII secolo).
© wikipedia
Gambassi Terme è è un punto tappa La Via Francigena. Puoi raggiungere Civitas Vaticana - Città del Vaticano in 22 giorni, Acquapendente in 10 giorni e Siena in 4 giorni.
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