Padova città

Padova


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Padova è una città del Veneto, capoluogo dell'omonima provincia. Padova è conosciuta come la città di Sant'Antonio e come la città dei "tre senza", ovvero il "Santo senza nome" perché quando si parla di Sant'Antonio si dice semplicemente Il Santo, il "Prato senza erba" riferito a Prato della Valle e il "Caffè senza porte" che descrive lo storico Caffè Pedrocchi che in passato era sempre aperto. Padova è collocata ad est nella Pianura Padana, circa 10 km a nord dei Colli Euganei e circa 20 km a ovest della Laguna di Venezia. Il territorio comunale si sviluppa su spazi interamente pianeggianti e solcati da vari corsi d'acqua, che hanno dato nei secoli la forma e la protezione alla città. È attraversata dai fiumi Brenta e Bacchiglione. Essa confina: a nord con Cadoneghe, Limena, Vigodarzere, Villafranca Padovana a est con Legnaro, Noventa Padovana, Saonara, Vigonovo, Vigonza a ovest con Abano Terme, Rubano, Selvazzano Dentro a sud con Albignasego, Ponte San Nicolò Padova può essere visitata in qualsiasi periodo dell'anno. Il clima è caratterizzato dall'alto tasso di umidità che causa frequenti nebbie nei mesi autunnali-invernali e giornate afose nei mesi estivi, di conseguenza i periodi migliori per visitarla potrebbero essere la primavera o l'inizio dell'autunno. Secondo l'Eneide di Virgilio, la città sarebbe nata per mano di Antenore, principe troiano, nell'anno 1185 a.C., una tradizione che fa di Padova una delle più antiche città della penisola e la più antica del Veneto. Si tratta solo di una leggenda (nata forse da un falso storico, opera di Tito Livio, per assimilare la propria città a Roma), ma i dati archeologici hanno confermato l'antichissima origine della città, sviluppatasi tra il XIII e XI secolo a.C. e legata alla civiltà dei Veneti antichi. Rappresentando uno dei principali centri della cultura paleoveneta, l'antica Padova sorse all'interno di un'ansa del fiume Brenta (durante l'antichità chiamato Medoacus Major) che allora (probabilmente fino al 589) scorreva nell'alveo dell'odierno Bacchiglione (al tempo denominato Medoacus Minor o Edrone), entrando in città nei pressi della attuale Specola. Nel 302 a.C. Patavium respinse l'attacco di una flotta spartana. Già a partire dal 226 a.C. gli antichi patavini strinsero un'alleanza con Roma contro i Galli Cisalpini. Dal 49 a.C. divenne un municipium romano e in età augustea entrò a far parte della X Regio, della quale costituiva uno dei centri più importanti. Durante l'epoca imperiale la città divenne molto ricca grazie alla lavorazione della lana proveniente dai pascoli dell'altopiano di Asiago. Dalla città passavano - o partivano - numerose strade che la congiungevano con i principali centri romani dell'epoca: la via Annia che la congiungeva con Adria e Aquileia, la via Medoaci che portava alla Valsugana e all'altopiano di Asiago, la via Astacus che la congiungeva con Vicentia, la via Aurelia che portava ad Asolo, la via Aponense che la collegava ai centri termali dei Colli Euganei. Sia a nord sia a sud della città vi erano estese centuriazioni. In epoca romana il territorio di Padova era attraversato da un'altra importante strada romana, la via Gallica. In epoca romana Padova fu patria dello storico Tito Livio e diede i natali ai letterati Gaio Valerio Flacco, Quinto Asconio Pediano e Trasea Peto. Con la caduta dell'impero Padova riuscì a mantenere un'economia solida, ma nel primo periodo delle invasioni barbariche fu più volte devastata, prima dagli Unni nel 452-453 e poi nel 601 dai Longobardi di Agilulfo. Le invasioni, unite alle periodiche alluvioni, portarono a un crescente spopolamento del comune. Verso la fine dell'VIII secolo, la stabilità portata da Carlo Magno e le opere di bonifica e canalizzazione eseguite dai benedettini fecero ripartire l'economia cittadina e posero fine a due secoli di crisi, dando il via alla riurbanizzazione. I danni delle successive alluvioni, mitigati dalle opere dei monaci, furono aggravati dalle devastazioni operate in città dagli Ungari nell'899, nonché dai terremoti del 1004 e del 1117. Questi secoli videro la progressiva affermazione del potere temporale dei vescovi in città e la sempre maggiore influenza nelle campagne di famiglie di origine tedesca e franca come i Camposampiero, gli Este, i Da Romano e i Da Carrara. Si delineò di conseguenza la contrapposizione tra guelfi e ghibellini, che appoggiavano rispettivamente il papato e l'impero, una divisione che avrebbe portato alle sanguinose lotte intestine dell'età comunale. Nel Basso Medioevo Padova si distinse come Libero comune, partecipando alla Lega Veronese e alla Lega Lombarda contro l'imperatore Federico Barbarossa. Nel periodo comunale la città si arricchì e al 1222 risale la fondazione dell'Università, una delle più antiche al mondo. Passata tra le file ghibelline durante la dominazione di Ezzelino III da Romano, la città alla sua morte tornò sotto il controllo dei guelfi e divenne oggetto di continui attacchi dei ghibellini veronesi che portarono, nel 1318, alla signoria dei Carraresi. Ebbe inizio un periodo di nuovo splendore per Padova, in cui fiorirono l'economia e le arti. Famiglie nobili alleate, come i Buzzaccarini, commissionarono il ciclo di affreschi del Battistero del Duomo ed eressero la Chiesa dei Servi. Nello stesso periodo, tuttavia, proseguirono le guerre con Verona, nonché quelle con Venezia e Milano. L'ambizione dei Carraresi segnò la fine degli Scaligeri veronesi e degli stessi Carraresi, che dapprima videro l'occupazione di Padova da parte del duca di Milano Gian Galeazzo Visconti dal 1388 al 1390 dopo la presa di Verona nel 1387, e poi furono definitivamente sconfitti dalla Repubblica di Venezia nel 1405 nella guerra di Padova, dopo la quale ebbe inizio il lungo periodo di dedizione a Venezia. La città è stata una delle capitali culturali del Trecento: le testimonianze pittoriche del XIV secolo - tra tutte, il ciclo di Giotto alla Cappella degli Scrovegni - la rendono nodo cruciale negli sviluppi dell'arte occidentale. Lo splendore artistico trecentesco fu uno dei frutti del gran fervore culturale favorito dalla signoria dei Carraresi che resero Padova uno dei principali centri del preumanesimo. A Padova, tra il XIV secolo e il XV secolo si sviluppò in concomitanza con Firenze una imponente corrente culturale votata all'antico che tramuterà nel Rinascimento padovano, e influenzerà la compagine artistica dell'intera Italia settentrionale del Quattrocento. Sede vescovile a capo di una delle diocesi più estese ed antiche d'Italia, Padova è universalmente conosciuta anche come "la città del Santo", appellativo con cui viene chiamato dai padovani sant'Antonio, il celebre francescano portoghese, nato a Lisbona nel 1195, che visse in città per alcuni anni e vi morì il 13 giugno 1231. I resti del Santo sono conservati nella Basilica di Sant'Antonio, importante meta di pellegrinaggio della cristianità e uno dei monumenti principali cittadini. Antonio è uno dei quattro santi patroni della città con Giustina, Prosdocimo e Daniele. A Padova si venerano pure le reliquie di san Luca, san Mattia e san Leopoldo Mandić. Nel 1829, Padova fu la sede del primo Convitto Rabbinico, importante istituzione dell'ebraismo italiano. Nei successivi quattro secoli Padova, pur perdendo importanza politica, poté godere della pace e della prosperità assicurata dalla signoria veneziana, nonché della libertà garantita alla sua Università, che richiamò studenti ed insegnanti da tutta Europa, divenendo uno dei maggiori centri dell'aristotelismo e attirando numerosi ed illustri intellettuali, come Galileo Galilei. Nel 1509, durante la guerra della Lega di Cambrai, Padova dovette subire un terribile assedio, che fu però respinto. Dopo lo scampato pericolo, la Serenissima procedette ad opere di fortificazione, costruendo la cinta muraria che ancora oggi presenta gran parte dell'aspetto originale. Nel 1524, a Padova fu costruito per la prima volta dopo l'età classica uno spazio interamente dedicato alle rappresentazioni teatrali, la Loggia Cornaro; mentre il 25 febbraio 1545 si costituì legalmente, con atto notarile, una compagnia di comici teatranti, la prima testimonianza al mondo di una società di commedianti professionisti, nascita simbolica della Commedia dell'Arte. La bisbetica domata, commedia di William Shakespeare, è ambientata a Padova. Caduta la Serenissima nel 1797, la città fu ceduta da Napoleone Bonaparte all'Austria. Dopo una breve parentesi all'interno del Regno d'Italia napoleonico, entrò a far parte nel 1815 del Regno Lombardo-Veneto asburgico. L'8 febbraio 1848 vide un'insurrezione contro il dominio austriaco, guidata in particolare dagli studenti universitari. Padova entrò a far parte del Regno d'Italia solo nel 1866, in seguito alla terza guerra d'indipendenza. Nel corso della prima guerra mondiale, la città era il quartier generale delle forze militari italiane. Nei pressi della città, a Battaglia Terme il castello di Lispida fu adibito a residenza del re Vittorio Emanuele III. L'armistizio che pose termine al conflitto fu firmato a Villa Giusti, in località Mandria. Durante la seconda guerra mondiale Padova, essendo un nodo strategico, venne pesantemente danneggiata dai bombardamenti angloamericani, che rasero al suolo ampie zone della città. Si distinse inoltre come importante centro della Resistenza contro il nazifascismo. Numerosi studenti e insegnanti universitari parteciparono alla lotta partigiana, a cominciare dallo stesso rettore Concetto Marchesi; per questo motivo l'Università fu premiata (unica università italiana a ricevere tale onorificenza) con la medaglia d'oro al Valor Militare. Alla rivolta partigiana iniziata in città nella notte tra il 26 e 27 aprile 1945, fece seguito nella tarda serata del 28 aprile l'ingresso delle truppe di liberazione britanniche e neozelandesi. Gli anni del dopoguerra sono stati per Padova di continuo sviluppo urbanistico ed economico grazie anche alla sua collocazione geografica, al centro di importanti vie di comunicazione che hanno favorito industrie e servizi. La crisi sociale e politica degli anni settanta vide il polarizzarsi delle tensioni in vicende spesso collegate all'estremismo di frange della comunità studentesca di Padova. Fu una delle città dove organizzazioni come Potere Operaio e Autonomia Operaia furono più forti, insieme a Roma e Bologna. Questi movimenti a forte componente studentesca nacquero sotto l'egida di insigni professori della facoltà di Scienze politiche. In città le Brigate Rosse misero a segno il loro primo attentato nel 1974. A Padova agirono anche organizzazioni eversive neofasciste come Ordine Nuovo e soprattutto la Rosa dei venti, organizzazione eversiva parallela al SID, servizio segreto delle forze armate italiane, accusata di collaborare anche con strutture della NATO nella lotta al comunismo. Negli anni novanta molti furono i politici e gli imprenditori padovani coinvolti nei vari scandali di Mani pulite e Tangentopoli. Tra la fine del XX e l'inizio del XXI secolo, la città ha vissuto importanti cambiamenti urbanistici, con la costruzione di nuovi moderni edifici direzionali e residenziali e con un profondo rinnovo della viabilità, articolatosi intorno alla realizzazione della tangenziale cittadina e della tranvia di Padova.

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