Monteroni d'Arbia cittadina

Monteroni d'Arbia


cittadina


Monteroni d'Arbia è un comune italiano di 9 008 abitanti della provincia di Siena in Toscana. Diffusività atmosferica: media, Ibimet CNR 2002 Monteroni d'Arbia sorge a sud di Siena. All'esterno del paese scorre il torrente chiamato Arbia, che dà il nome al paese e alla valle, val d'Arbia. Numerosi ritrovamenti e recenti ricerche ci testimoniano come la Val d’Arbia fu abitata fin dal periodo protostorico e villanoviano. Successivamente furono gli Etruschi a colonizzare le colline (reperti a Monteroni d'Arbia e Ponte a Tressa, tombe a Grotti, Radi, Corsano e Monsindoli). Successivamente arrivarono i Longobardi (Le Stine, S. Ansano Gherardi, Ville di Corsano) ed a seguire i Franchi e i Carolingi (San Fabiano, Lucignano d’Arbia). Intorno al Mille le colline erano già piene di piccoli castelli (S. Agostino, Quinciano, S. Ansano, Radi, Ponzano, Larnino, Tressa, Grotti, Saltemnano, Lucignano, Tavena) e anche di Pievi (Corsano e Lucignano d'Arbia), ma si stava colonizzando anche la parte in pianura del territorio. L'alto livello di fertilità dei campi, la presenza di tre grandi corsi d’acqua (l’Arbia, la Tressa e la Sorra) e la sempre crescente importanza assunta dalla "Via Francigena" e "Cassia", crearono ben presto i presupposti perché anche in pianura si sviluppassero borghi di una certa densità abitativa. È infatti intorno a questo periodo che si incominciano a trovare numerosi documenti che ci confermano come già nel 867 esistesse San Fabiano e la sua chiesa, nel 994 e nel 1037 Ponte d’Arbia (allora chiamato Borgo d’Arbia), nel 1085 Monteroni d'Arbia con il suo castello; Ponte d’ Arbia, tra l’altro, fu proprio una delle tappe di sosta del Vescovo Sigeric nel suo celebre viaggio di ritorno da Roma in Inghilterra, testimoniata nel suo celebre diario (anno 990-994). Da allora questi agglomerati assunsero sempre più importanza e sulla strada principale cominciarono a nascere chiese, mulini, ospedali; a partire da Ponte a Tressa (allora denominato S. Angelo a Tressa), fino ad arrivare a Ponte d’Arbia, (quindi attraversando da nord a sud tutto il Comune di Monteroni d'Arbia), si contavano nel XIII secolo ben otto Ospedali (quello di Ponte a Tressa nato nel 1219, quello di Cuna, di Monteroni, di Lucignano, di Quinciano, di Curiano, di Sorbitella (allora Selvitella), di Ponte d’Arbia. Lo sviluppo del paese, anticamente, fu dovuto in gran parte all'espansione dell'Ospedale di Santa Maria della Scala di Siena, che acquisì numerosi terreni già agli inizi del 1200. Nel 1322, venne edificato un enorme mulino per l'epoca (operato proprio dall’ente senese di fronte alla già esistente chiesa di San Donato), che diede il via all’accrescimento del borgo di Monteroni d'Arbia. Nel XIV secolo, tutta la popolazione si stringeva intorno al mulino e alle due chiese (San Donato e San Giusto), lungo le strade francigena e cassia (che probabilmente coincidevano all'epoca). Mentre il borgo era quasi tutto di proprietà del Santa Maria della Scala (mulino, palazzo adibito a magazzino del grano, due osterie e diversi fabbricati), la proprietà terriera era ancora in parte di famiglie magnatizie di Siena (Tolomei, Piccolomini, Mignanelli). Inoltre, la Grancia di Cuna ebbe un ruolo fondamentale per questo territorio, non solo perché lo amministrava per conto dell’Ospedale di Siena, ma anche perché promosse molti miglioramenti tecnici dal punto di vista agricolo, comprese le bonifiche dei terreni vicini al fiume Arbia, edile, con la fortificazione di strutture difensive, costruzione di ponti e regimazione delle acque. Tutta la zona subì tuttavia diversi tragici eventi che ne frenarono ripetutamente l’incremento demografico e che causarono danni enormi alle strutture e alla popolazione a partire dalle pestilenze (quella del 1348 fu la più devastante), le incursioni delle Compagnie di Ventura a metà del XIV secolo e la cosiddetta “Guerra di Siena” (1553-1555) durante la quale fu bruciato il suo mulino, furono distrutte e danneggiate diverse chiese (Monteroni, Lucignano, Ponte d’Arbia), furono distrutti in parte i castelli di San Fabiano, Sant'Ansano Gherardi, Radi, Ville di Corsano. Tuttavia, la costituzione del Comune è avvenuta nel 1810, durante il periodo napoleonico, a seguito delle decisioni prese dalla Giunta Straordinaria del governo della Toscana. Fino a quel momento il territorio faceva parte della podesteria di Buonconvento. Il nome deriva da una delle colline che domina il paese, chiamata appunto Monte Roni, e dal fatto che vi scorre il fiume Arbia. Lo studioso di toponomastica storica medievale Gaetano Barbarulo, che ha studiato la forma Tirone/Monterone, presente in gran parte del territorio italiano, fa derivare Monteroni da un composto di monte, derivato dal latino mons, e tirone, esito del latino tardo toro-onis, vocabolo dal significato di "altura". L'apparente duplicazione si spiegherebbe con una perdita di coscienza, in età medievale, del significato originario del vocabolo tirone, che avrebbe acquisito la valenza di nome proprio e si sarebbe così sentita l'esigenza di anteporgli il nome comune "monte". Il poeta Dante Alighieri nel X canto della Divina Commedia, ricordando la cruenta Battaglia di Montaperti, cita "lo strazio e il grande scempio che fece l'Arbia colorata in rosso". Il gonfalone è un drappo di azzurro.

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Monteroni d'Arbia è è un punto tappa La Via Francigena. Puoi raggiungere Civitas Vaticana - Città del Vaticano in 17 giorni.

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