Pietralunga
paese
Pietralunga è un comune italiano di 1 980 abitanti della provincia di Perugia in Umbria. È situato nella parte nord-orientale dell'Alta Valtiberina, a 566 metri di altitudine sul livello del mare. L'insediamento urbano occupa la parte terminale di un crinale collinare digradante verso la valle del torrente Carpinella, a ridosso dell'Appennino umbro-marchigiano. Il centro murato giace sul versante meridionale del colle coprendo un dislivello di 40-50 metri tra il lato nord e quello sud delle mura urbane. Pietralunga ha origini preistoriche ed il flauto su tibia umana conservato presso il Museo archeologico di Perugia, i vari castellieri sparsi nel territorio ed i ritrovamenti di materiale litico ne sono la tangibile testimonianza. La fondazione del centro urbano col nome di Tufi(ernu), tuttavia la si fa risalire al popolo Umbro. Durante il periodo romano - il più florido - è conosciuta col nome di Forum Julii Concupiensium. L'oppidum dei foroiulienses cognomine concupienses, elevato a Municipium nell'età augustea, è citato anche da Plinio il Vecchio nella "Naturalis historia (III, 14, 112-113)". Di questo periodo restano significative testimonianze, come ville, acquedotti, fistulae aquariae, monete e importanti strade (diverticula) con tratti interamente basolati. Dell'affermazione del Cristianesimo nel territorio pietralunghese ci è pervenuta notizia attraverso il martirologio di san Crescenziano, un legionario romano al quale la leggenda sacra attribuisce l'uccisione di un drago alle porte di Tiferno (Città di Castello). Crescenziano, messaggero della nuova dottrina, venne decapitato e sepolto a Pieve de' Saddi dove, a ricordo, sopra le vestigia di un preesistente tempio pagano, venne edificata una chiesa, la più antica della diocesi tifernate, per accogliere le spoglie del martire. Distrutta durante le invasioni barbariche, Pietralunga venne riedificata tra il VI secolo e l'VIII secolo d.C. sull'odierno colle assumendo il nome di Plebs Tuphiae. A questo periodo risalgono la costruzione della Pieve di Santa Maria e l'edificazione della Rocca longobarda pentagonale. Con l'andare del tempo il territorio pietralunghese divenne una terra popolata e florida ed il nome della città venne mutato in Pratalonga (Leonardo in volgare la chiamava PRATOMAGNO) dai pingui ed estesi pascoli che la circondavano. Libero comune dall'XI secolo al XIV secolo, Pratalonga venne dotata degli strumenti del Catasto e degli Statuti. A questo periodo (11 settembre 1334) risale il miracolo della mannaja, strumento di morte conservato presso la Cattedrale di Lucca. Allo scadere del XIV secolo, per garantirsi incolumità e sicurezza, Pratalonga si sottomise a Città di Castello, divenendone parte integrante del territorio. La città maggiore vi inviava, semestralmente, un Capitano giusdicente con pieni poteri nell'amministrazione della cosa pubblica e della giustizia. Questo status politico-amministrativo perdurò sino al 1817, anno in cui Pratalonga, ormai italianizzata in Pietralunga, venne elevata al grado di Comune. Nel 1886, fu completata la Ferrovia Appennino Centrale che univa Arezzo a Fossato di Vico. Nello stesso anno fu aperta anche la stazione di Pietralunga che fu chiusa nel 1945 a causa dei danni dei bombardamenti della seconda guerra mondiale riportati sulla linea ferroviaria e alla successiva dismissione e smantellamento di quest'ultima. Durante la prima guerra mondiale (1915-1918) perirono oltre cento cittadini pietralunghesi. A ricordo la popolazione ed il Comune eressero un monumento al centro dei giardini nella piazza principale. Pietralunga è tra le Città decorate al valor militare per la guerra di liberazione, perché è stata insignita della Medaglia di Bronzo al Valor Militare per i sacrifici della sua popolazione e per la sua attività nella lotta partigiana durante la seconda guerra mondiale ed è sede del Monumento regionale al partigiano umbro. L'8 settembre 1943, presso il vocabolo San Salvatore, e il 13 settembre 1943, in località San Faustino del Comune di Pietralunga, si costituivano i nuclei di resistenza ai nazi-fascisti. Dai primi nuclei nasceva una Brigata organizzata, in seguito denominata Brigata Proletaria d'urto San Faustino. Dopo un inverno di resistenza e vari scontri militari, finalmente il 30 aprile 1944, la Brigata occupava la caserma dei Repubblichini di Pietralunga e dichiarava Pietralunga Zona libera insediando di nuovo il sindaco Luigi Pauselli, cacciato dai fascisti nell'aprile del 1921, festeggiando nella massima libertà, dopo 23 anni, la festa del 1º maggio. Dopo questa data, il 7 maggio 1944, Pietralunga subiva un disastroso rastrellamento, che culminava con la fucilazione di sette ragazzi nella piazza centrale del paese e con quella, il 9 maggio 1944 a Città di Castello, senza processo, del martire della resistenza Venanzio Gabriotti. Il territorio diveniva teatro di sanguinosi scontri, tra alleati e partigiani da una parte, e nazi-fascisti dall'altra, con devastazioni e perdite umane anche tra i civili, sino alla definitiva liberazione avvenuta il 29 luglio 1944. Animatori Ten. Col. Luca Mario Guerrizio; Ten. Mario Bonfigli (Mefisto); Bonuccio Bonucci; Don Marino Ceccarelli (il prete bandito); Ten. Livio Dalla Ragione; Ten. Vittorio Biagiotti; Avv. Gaetano Salciarini. Comando Comandante: Capitano Stelio Pierangeli (Geo Gaves); Vice Comandante: Ten. Mario Bonfigli (Mefisto). Forza 4 Battaglioni (IV Gabriotti: Bonfigli Mario; Piave: Olivari Lamberto; Vittorio Veneto: Olivari Mario; Bologni: Riccieri Virgilio); 13 Ufficiali; 270 armati, 35 patrioti, 200 organizzati e una centuria di lavoratori, con un armamento di 8 fucili mitragliatori Sten, 2 mitra Thompson, 74 armi automatiche MP 40, 150 moschetti e abbondanti munizioni e bombe. Caduti 2 Ufficiali e 37 patrioti, feriti 27 patrioti. Durante il periodo dell'occupazione il Ten. Col. Guerrizio ha svolto un intenso lavoro di coordinamento e collegamento con il Comitato Antifascista di Firenze, curando il lancio di armi e di vari materiali. Il Comune di Pietralunga, unico Comune dell'Umbria decorato al Valor Militare, per unanime volontà di partigiani e istituzioni, è stato identificato come il simbolo regionale della Resistenza. Per tale motivo, la Regione dell'Umbria e le altre istituzioni hanno sostenuto la realizzazione di un Monumento. Il progettista ha concepito un'opera che Dallo Statuto comunale si ricavano le descrizioni dello stemma e del gonfalone. Lo stemma deriva da un disegno originale del 1623: Il Gonfalone, sorretto da un'asta lanciforme e braccio incrociato: Sulla sommità del drappo è appesa la Medaglia di bronzo al valor militare. Viene custodito nel Palazzo comunale, nell'ufficio del Sindaco, ed esibito nelle ricorrenze ufficiali più importanti per rappresentare la città. Il Comune di Pietralunga è tra le città decorate al valor militare per la guerra di liberazione, insignito il 3 ottobre 1952 della medaglia di bronzo al valor militare per i sacrifici delle sue popolazioni e per l'attività nella lotta partigiana durante la seconda guerra mondiale:
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