Sarzana
cittadina
Sarzana (AFI: [sarˈʣana]; Sarzànn-a in ligure (spezzino), Sarzàna, [saɾˈzana] in dialetto della Lunigiana) è un comune italiano di 21 767 abitanti della provincia de La Spezia in Liguria. Considerata l'erede storica dell'antica città romana di Luni, Sarzana è un importante centro della val di Magra. Grazie alla sua posizione, è dalla sua fondazione crocevia di importanti vie di comunicazione tra la Liguria, la Toscana e l'Emilia-Romagna. Sin dall'antichità fu centro agricolo e commerciale di grande rilievo e, già in età medievale, importante centro religioso e giuridico, con sede vescovile e tribunale. Sarzana sorge nella parte terminale della vallata del Magra, a pochi chilometri dall'estuario del fiume, in una zona relativamente pianeggiante a est di esso, detta appunto piana di Sarzana. La città sorge anche ai piedi della collina di Sarzanello, un rilievo di circa 150 m s.l.m. Il sistema orografico circostante è rappresentato dalle asperità che diradano dalle vicine Alpi Apuane. Il comune, inoltre, è inserito nel Parco naturale regionale di Montemarcello-Magra-Vara. Nei pressi di Sarzana scorre, come già detto, il fiume Magra, il cui bacino è alimentato anche dal torrente Calcandola, principale affluente sarzanese, nonché da altri torrenti come il San Michele, l'Albachiara e l'Isolone. Oltre al fiume sono presenti anche due specchi d'acqua, di dimensioni modeste, detti "bozi", termine dialettale che indica la "pozzanghera", in questo caso l'acquitrino, e che quindi rimanda alle piccole dimensioni dei due laghetti. Il centro abitato si trova a pochissimi chilometri dal mare e dal confine con la regione Toscana, in particolare da quello del comune di Fosdinovo. La sua posizione geografica ha fatto di Sarzana una vera e propria terra di confine, un punto di contatto tra usanze, tradizioni e storie differenti. I più antichi rilevamenti archeologici mostrano che la zona era già stata abitata dal periodo neolitico. Nei tempi antichissimi, pur sotto il controllo dei Liguri Apuani, in generale questa zona era frequentata sia dai vicini Etruschi sia dai mercanti greci. Secondo Mario Buffa (Toponomastica Itineraria Etrusca vol XXXIII dell'Archivio Storico per le Provincie Parmensi) il nome Sarzana costituirebbe un toponimo miliare etrusco, equivalente ai nostri moderni quarto, quinto, sesto, ed esattamente segnerebbe il quarto miglio da Luni ed equivarrebbe al toponimo Sarzano, a 4 miglia da Rimini, Sarzano di Rovigo, a 4 miglia dal passo dell'Adige nella vecchia via di Padova ecc. L'originaria popolazione dei Liguri resistette a lungo alla penetrazione romana. Alcune tribù si allearono con il condottiero cartaginese Annibale o praticarono tattiche di guerriglia; altre invece contribuirono con contingenti militari alle legioni romane. Una volta sottomessi, i Liguri dovranno attendere le leggi Julia e Papiria nell’89 a.C. per entrare nel diritto romano; non a caso la stessa Luni, fondata nel 177 a.C. come base militare nella lotta contro i Liguri, a lungo rimase giuridicamente una colonia. Nell'età delle guerre civili la zona di Luni e di Sarzana erano incluse nel pomerio di Roma, in sostanza la zona che includeva tutta la Penisola a sud dei fiumi Magra e Rubicone. In età imperiale romana la zona lunense, diffusa di piccoli villaggi e fattorie, apparteneva alla Regio VII Etruria, nella ripartizione territoriale decisa nel 7 d.C. da Augusto. Alla caduta dell'impero la zona subì le vicende connesse all'arrivo di nuovi dominatori ostrogoti e alla riconquista bizantina. Poi il dominio longobardo, quello franco e la conseguente ripartizione feudale. Al finire dell’Alto Medioevo ebbe inizio l'abbandono della città romana di Luni, provocato dall'insicurezza per le continue e devastanti incursioni dei predoni saraceni. L'abbandono e la conseguente incuria comportò anche l'interramento del suo porto. Nel 1016 la città, conquistata e pressoché distrutta dall'arabo Mujahd, fu quasi abbandonata dai sopravvissuti nonostante l'arrivo del soccorso pisano, genovese e di papa Benedetto VIII che pose in fuga i saraceni. La migrazione si diresse in prevalenza a popolare il villaggio di Sarzana, posto in un luogo più sicuro a monte, in corrispondenza dell'incrocio tra la Via Aurelia e la strada che conduceva verso la Pianura Padana, in una posizione che si rivelerà nel futuro strategica per il commercio e gli interessi politici sull'area. Il borgo sarzanese appare peraltro già citato per la prima volta in un diploma dell'imperatore Ottone I datato al 963, 19 maggio,, nel quale il possesso del feudo del "Castrum de Sarzano" viene riconosciuto ad Adalberto, vescovo di Luni. Il borgo traeva beneficio dalla Via Francigena percorsa nei due sensi da merci, mercanti e pellegrini e, grazie al vicino porto fluviale di San Maurizio sulla Magra, svolgeva anche la funzione di snodo per i viaggi marittimi verso la Spagna. Nell'XI secolo la zona di Luni e di Sarzana era Dominio dei Canossa. Le sue istituzioni Comunali, documentate nel 1140, verranno confermate e sottratte al dominio dei vescovi di Luni da Federico Barbarossa nel 1163. Nel 1196 Sarzana acquista il Monte Caprione da Andrea Bianco, quest'ultimo marchese di Corsica e di Massa, per la somma di 325 lire ambrosiane. La sede vescovile era rimasta a Luni finché nel 1187 papa Gregorio VIII, transitando in val di Magra, dovette constatare lo stato di spopolamento della città lunense e del suo abbandono per la malaria e consentì al suo vescovo Pietro di trasferirsi in una sede più idonea. Nel 1201 il vescovo Gualtiero e i suoi canonici "communi concordia", decisero infine il trasferimento nel cresciuto borgo di Sarzana "cum auctoritate domini Innocentii Pape tercii pro communi utilitate totius cleri et populi episcopatus, quia nec ulla spes de eius reedificatione remansit". Papa Innocenzo III, con le bolle del 7 marzo e del 25 marzo 1203, ratificò la traslazione nella nuova sede di Sarzana ("locum populosum"). Trasferita nel 1201 a Sarzana la sede del Vescovato e Comitato di Luni, il Comune si trovò a lottare con il potere temporale dei Vescovi. Nel 1226 Federico II libera il Comune di Sarzana dalla signoria vescovile e lo sottomette direttamente all'Impero e ai suoi vicari: Sarzana era città fedele all'imperatore che vi tiene la corte imperiale nel 1226. Intorno al 1240, a seguito delle vicende che portarono al consolidamento del potere imperiale di Federico in Toscana, il vescovo lunense Guglielmo fu costretto all'esilio nella guelfa Lucca e al suo posto prese il potere il marchese Oberto II Pallavicino, nel ruolo di vicario imperiale. Quest'ultimo, con l'aiuto delle forze ghibelline, dei Malaspina e di Pisa, conquistò il borgo di Lerici nel 1241. Nel 1245 Sarzana acquistò il castello di Arcola, le terre fino alla costa del golfo, San Bartolomeo, Pitelli e Muggiano. Dopo la morte di Federico II il vescovo Guglielmo fece ritorno alla sua sede, trovandovi però un altro temibile avversario: Nicolò Fieschi. Il potente nobile genovese, nipote di papa Innocenzo IV, aveva cominciato ad annettersi le contee dei vassalli vescovili e la sua Signoria, con capitale a La Spezia, si estese ben presto da Lavagna alla val di Magra. Solo nel 1270 la fazione ghibellina ebbe il sopravvento nella Repubblica di Genova e nel 1273, da Portovenere, con forze mosse guerra al Fieschi, distruggendo il suo castello San Giorgio La Spezia e costringendolo a cederle le terre in suo possesso. Sono gli anni in cui la repubblica marinara estese il suo interesse all'intero circondario lunigianese. Nel 1273 venne nominato successore del vescovo Guglielmo, Enrico da Fucecchio. Questi, nel 1276, a seguito di episodi di insubordinazione al potere vescovile da parte dei "burgensi sarzanesi" li scomunicò, ma venne cacciato dalla città e costretto a rifugiarsi in Lunigiana. Solo con l'intervento del pontefice Bonifacio VIII, i cittadini furono costretti ad accettare il successore di Enrico, Antonio Nuvolone da Camilla.
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